Storia della Peranzana

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La storia della Peranzana, la cultivar dell’alta Daunia, ha origini provenzali. Fu introdotta nel nostro territorio dalla famiglia de Sangro.

Il gusto forte dell’olio extravergine di “Peranzana” guida alla scoperta di un territorio prettamente agricolo e, allo stesso tempo ricco di storia e tradizioni.

Arrivando da Nord, lungo l’Adriatico, il primo impatto visivo è dato dai lussureggianti oliveti dell’Alto Tavoliere, luogo in cui regna questa particolare varietà. La Peranzana è una cultivar pura, non un ibrido. Originariamente viene dalla Provenza, “Peranzana”, infatti, è una trasformazione dialettale di “Provenzale”.

Essa fu introdotta nella Daunia da Raimondo di Sangro verso la metà del 1700. La famiglia di Sangro era, all’epoca, una delle famiglie più importanti d’Europa, avendo legami di parentela con i Borboni di Spagna e di Francia, con i Duchi di Borgogna e vantava una discendenza che, attraverso l’albero genealogico, risaliva a Carlo Magno. Raimondo fu Principe di San Severo e Duca di Torremaggiore e fu lui a introdurre la “Peranzana” nei suoi possedimenti. Gli avvenimenti passati spiegano i motivi per cui la Peranzana è presente solo in un territorio ben circoscritto della piana del tavoliere delle puglie.

I primi frantoi risalgono al settecento e si trovano nei sotterranei di molti palazzi del centro storico di San Severo. Dopo circa un secolo, tra gli anni cinquanta e sessanta del 1800, un altro discendente della famiglia de Sangro, Michele, apportò un’ulteriore evoluzione nella produzione dell’olio: nel fossato del lato sud del castello ducale di Torremaggiore, impiantò un moderno oleificio per l’epoca, il trappeto, che diminuiva i tempi di produzione dell’olio e ne migliorava la qualità.

Una pianta che ha trovato il suo clima ideale in quest’angolo di Capitanata «partorendo» un olivo capace di trasformarsi in olio extravergine unico dalle richiestissime proprietà organolettiche e nutrizionali.

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